Chiese in Campania

Amalfi Capri Pompei Positano PraianoRavello • Sorrento

 

Basilica di San Antonino – Sorrento, non stupisce perciò che la Basilica a lui consacrata si trovi in una piazza ugualmente intitolata a lui, e al cui centro è collocata una statua che lo raffigura. S. Antonino arrivò a Sorrento per sfuggire alle invasioni dei Longobardi, e vi rimase fino alla morte. Secondo la tradizione fu autore di diversi miracoli, tra questi maggiormente impresso nella memoria dei sorrentini è quello secondo cui il Santo riusci ad estrarre sano e salvo un bambino dalla bocca di una balena che l’ aveva ingoiato, semplicemente invitando il 

 

mostruoso animale a sputarlo.

 

Basilica di San Antonio

 

Questo spiega perché nell’atrio all’ingresso della Basilica si trovano due costole di balena, che assieme ai numerosi ex-voto, soprattutto dei marinai sopravvissuti a brutte avventure in mare, sono la testimonianza della fede e della fiducia che i sorrentini ripongono nel loro Santo Patrono. Intorno al XI sec, l’oratorio gia dedicato a S. Antonino ed in cui erano conservate le sue spoglie, fu sostituito da una chiesa. Amministrata prima dalla Confraternita dei Battenti e poi dai Padri Teatini fu da questi strutturalmente modificata per renderla conforme ai canoni della Controriforma, furono loro infatti che delinearono la facciata con portico e campanile. Nonostante altri piccoli ritocchi, tra ‘700 e ‘800, la chiesa non ha subito altre sostanziali modifiche.  La pianta è a croce latina, divisa in tre navate; al suo interno oltre ad interessanti reperti costituiti dagli elementi di spoglio di antiche ville romane, ci sono importanti testimonianze artistiche come le tele di Giacomo del Po in cui sono raffigurati due avvenimenti tragici della storia di Sorrento: l’assedio del 1648 e la peste del 1656. Nella sacrestia della chiesa è invece conservato uno splendido Presepe del ‘700 della scuola napoletana di Sammartino. In una cripta, realizzata sotto l’altare maggiore, sono custodite le reliquie di S. Antonino ed un antico crocefisso ligneo che i sorrentini erano soliti portare in processione in caso di gravi calamità per invocare la protezione del loro Santo Patrono

The Duomo di Sorrento was built in the XVth century but was redone several times.

 The current façade is the result of restoration work in 1924.

Duomo di Sorrento
Lungo il corso Italia, strada che percorre il centro cittadino,sorge il Duomo di Sorrento. Lo stile architettonico caratterizzante questo edificio risulta essere il romanico del XV secolo, nonostante la chiesa abbia origini più antiche e sia stata sottoposta nei secoli a continui restauri e cambiamenti.

 

Uno degli interventi più recenti è il rifacimento della facciata, la cui copertura in paramento marmoreo, fu realizzata nel 1924 per rimediare ai danni subiti dall’edificio durante un ciclone all’inizio del ‘900.  La pianta dell’edificio è a croce latina , l’interno è suddiviso in tre navate, i soffitti del transetto e della navata maggiore sono ricoperti con tele di diversi artisti della tradizione pittorica napoletana, mentre il soffitto delle due navate laterali è caratterizzato da cupole ribassate.

 

Nel duomo sono conservati inoltre altri elementi rappresentativi della tradizione artistio-religiosa di Sorrento, quali un pulpito ed un trono arcivescovile del’500 entrambi realizzati interamente in marmo, un organo del 900 ed un coro ligneo realizzato da artisti locali.  Al duomo è inoltre legata anche la storia di uno dei personaggi più importanti della storia sorrentina, in quanto proprio in questa chiesa fu battezzato Torquato Tasso.


Museo Correale di Terranova
Sorrento

C'è un angolo di Sorrento che merita l'interesse e l'accorta partecipazione di quanti hanno a cuore i valori dell'arte, della storia, della cultura: è il piccolo, ma delizioso e ricco di cose d'arte, Museo Correale di Terranova.
 

Passeggiando nelle sale di questa splendida dimora, decorata come un'antica residenza nobiliare, con mobili preziosi, raffinate porcellane europee ed orientali e rari dipinti napoletani e stranieri, si può ancora cogliere quella straordinaria atmosfera fatta di luci, colori e profumi per cui un tempo Sorrento andò famosa.


Il Museo è nato da una fondazione privata voluta dai fratelli Alfredo e Pompeo Correale, Conti di Terranova, ultimi discendenti di un'antica famiglia sorrentina. Nei loro testamenti essi disposero che le loro collezioni d'arte, ordinate nella villa Correale, costituissero un Museo intitolato a loro nome, le collezioni sono ordinate su tre piani, per un totale di ventiquattro sale più il sottotetto recuperato come spazio espositivo.

 

Sedil Dominova

Sedil Dominova Piazzetta Sedil Dominova, Via San Cesareo, Sorrento

L'organizzazione amministrativa di Sorrento si articolava nel '500 in una ripartizione dell'abitato in due Sedili.  Essi erano "edifici in forma quadrangolare con ampi ingressi laterali, nei quali i nobili convenivano per intrattenervici e i delegati di costoro discutevano gli affari pubblici".


Il Sedil Dominova è l'unica testimonianza rimasta in tutta la Campania degli antichi sedili nobiliari. E' una costruzione del sec. XVI e la sua fondazione e denomi-nazione derivano dall'iniziativa di alcuni patrizi del più antico Sedile di Porta, si-tuato all'angolo sud-ovest di via S. Cesareo, ancora oggi parzialmente osservabile.
E' formato da due arcate in piperno che lasciano scoprire l'interno della cupola e i muri di fondo con affreschi del '700 riproducenti architetture in prospettiva.  Da ciò è evidente la discontinuità stilistica degli elementi compositivi.  I pilastri e le arcate polistili, con i loro capitelli, sono di gusto arcaicizzante e non hanno alcun rapporto formale con la classica cornice di coronamento.
 

La cupola seicentesca è formata da embrici maiolicati di colore giallo e verde, secondo il gusto espresso nelle cupole delle chiese.
La piccola sala interna ha raccolto in passato le antiche iscrizioni marmoree che sono state successivamente trasferiti al Museo Correale. Nello stesso museo è anche conservato un dipinto del Duclére, dove è raffigurato il pittoresco largo del Sedil Dominova con al centro una fontana a forma di pilastro. Oggi la fontana non esiste più, ma è ricordata nel nome "Schizzariello", che ancora si dà comunemente alla piazzetta del Sedile.

 

Chiesa dell'Addolorata decorated with a magnificent painted brick floor

 

Church of the Addolorata - Costruito per volontà dei patrizi sorrentini, l’ edificio fu considerato a lungo come la chiesa dei nobili di Sorrento. Pur trovandosi nel cuore della città, quella dedicata alla Madonna Addolora è una delle più giovani chiese di Sorrento perché inaugurata nel 1739.

Dopo lunghi lavori di restauro la Chiesa dell’ Addolorata di Sorrento, anche conosciuta come Chiesa della Vergine dei Sette Dolori di Sorrento, è stata finalmente riaperta.
 

Pur trovandosi nel pieno centro storico della città – lungo Via San Cesareo, a pochi passi dal Sedil Dominova di Sorrento – essa è una delle più “giovani” chiese di Sorrento.  La sua inaugurazione, infatti, risale al 1739.

Bell’ esempio di barocco, l’ edificio di culto è ricco di stucchi. Il suo portale d’ ingresso è realizzato con tufo grigio (pietra tipica della Penisola Sorrentina).  La pianta della Chiesa, invece, è a croce greca, mentre, il suo pavimento è lastricato con mattoni rossi del settecento.
 

Al suo interno, sull’ altare maggiore, è possibile ammirare una statua della Madonna Addolorata (anch’ essa di epoca settecentesca).  Per “arredarla” i nobili decisero di rivolgersi ad uno dei più famosi pittori del tempo: Carlo Amalfi, proprio a lui, infatti, pur essendo nato in Penisola Sorrentina, fu particolarmente apprezzato a Napoli che – a quel tempo – era la capitale del Regno delle due Sicilie.   Tra i suoi lavori, infatti, figurano anche quelli che abbellirono la Sala del Gran Consiglio del Tribunale all’ interno di Castel Capuano oltre che un ciclo di affreschi in cui sono ritratti il Re Carlo di Borbone a cavallo ed i primi Legislatori del Regno.
Tra le molte personalità che si affidarono a Carlo Amalfi per far realizzare i proprio ritratti, inoltre, figurano il cardinale sorrentino, Antonino Sersale ed il Principe Raimondo di Sangro (che fu conosciuto anche come il principe Raimondo di Sansevero).


Grazie alla collaborazione con il principe – famoso per i suoi studi alchimistici – il pittore imparò ad usare i colori eleoidrici che furono utilizzati, tra l’ altro, per i dipinti del celebre Tempio della Pietà a Napoli (appartenente alla famiglia di Sangro) ed in particolare per il ritratto del principe Raimondo.   Per le due cappelle laterali della Chiesa dell’ Addolorata di Sorrento, invece, l’ artista realizzò due grosse tele.  Su di una raffigurò la Sacra Famiglia, mentre sull’ altra, ritrasse la Santissima Trinità in Gloria.
 

 

San Francis

 

Convento di San Francesco - La chiesa, il monastero ed il famosissimo chiostro costituiscono il complesso conventuale di San Francesco d'Assisi.

La chiesa fu edificata nel XIV secolo in stile barocco, ma fu completata con una facciata in marmo bianco costruita nel 1926 e custodisce importanti opere come il portone ligneo del 1500, due affreschi del '700 raffiguranti Sant'Antonio da Padova e San Giacomo ed una statua in legno raffigurante San Francesco con il Cristo crocifisso.
 

Una statua bronzea del santo, di stile moderno, realizzata nel 1992 dallo scultore Alfiero Nena, è invece situata nel piazzale antistante la chiesa.


 

"Laudato sie, mie Signore, cun tutte le tue creature" - San Francesco

1182 Assisi 1226

(incisa in fondo della statua)

 

 

Essa sembra quasi accogliere e indicare al turista lo splendido chiostro del Trecento, adiacente il monastero fondato nel VII secolo e tuttora abitato dai frati francescani.  La struttura presenta una ricca varietà di ordini architettonici fusi insieme fino a dare vita ad un’opera unica, cornice ideale di mostre, manifestazioni, concerti ed eventi.

 

San Francis with its splendid cloister

top

 

 

Santa Maria Assunta - Positano

 

Positano - A storia della Chiesa di Santa Maria Assunta è legata a quella del monastero benedettino di Santa Maria, che secondo tradizione una non documentata sarebbe stato eretto in occasione dell'arrivo a Positano dell'icona bizantina della Madonna, ancor oggi venerata nella nostra Chiesa.  Più verosimilmente, invece l'abbazia fu fondata nella seconda metà del secolo X; il primo cenno documentale di essa lo ritroviamo in un manoscritto della fine del Esc.  XI, con il quale il duca Mansone del Monastero Sergio di Sorrento concedeva all'abate di Santa Maria di Positano la libera navigazione nelle acque del suo ducato.

 

Cathedral's alter

Maddonna di Positano

La Chiesa così come oggi si presenta al visitatore, salvo alcuni interventi particolari attuati per adeguare il tempio alle indicazioni della riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II, risale ai lavori compiuti tra il 1777 e il 1782. L'interno è diviso in tre navate con cinque archi ai quali corrispondono, lungo le navate laterali, altrettante cappelle per ciascun lato. Procedendo dall'ingresso verso l'altare maggiore, si susseguono a destra le cappelle di San Biagio, Immacolata, Sant'Antonio e Sant'Anna; all'estremità destra vi è l'altare della Circoncisione con un bel dipinto opera di Fabrizio Santafede datato 1599.

top

 

 

Praiano's ancient name (Pelagium) means "open sea", infact in this fishermen town the view on the sea and on Positano and its surroundings is spectacular. This town started developing in the XII century and then specialized in production of the "filo torto", linnen, coral and anchevies.  Praiano is surely one of the most genuine corners of the Amalfi Coast, away from the most touristy areas and rich with history, culture, views and comforts.

 

The main two churches were built after Lepanto battle at the end of the 16th century:

 

San Gennaro


La Chiesa di S. Gennaro
La chiesa parrocchiale di S. Gennaro, Santo Patrono di Vettica Maggiore, risale al sec XV; restaurata nel 1602, presenta un interno a tre navate con transetto dominato da una cupola ovale rivestita da piastrelle policrome. Al suo interno si possono ammirare numerose opere tra cui l’Annunziata del 1696, il martirio di S. Bartolomeo di Giovanni Bernardo Lama e una tela raffigurante la Sacra Famiglia della fine del XVI secolo.

 

Image of San Luca in maiolica

San Luca

 

Chiesa di san Luca, L’interno, restaurato nel 1772, è a tre navate separate da pilastri che reggono archi a tutto sesto.   La navata centrale è coperta da volte a botte mentre le laterali, su cui si aprono sei cappelle per lato, da volte a crociera in stucco.  Unico esempio in costiera, la sua cupola poggia direttamente sull’abside.
 

Al suo interno sono conservati: il busto argenteo di S. Luca del 1694; una reliquia del Santo; una Madonna con Bambino e i Santi Luca e Francesco di Paola su tela di Giovanni Bernardo Lama; tele raffiguranti la Madonna del Carmine, la Circoncisione e la Madonna del Rosario.

Di notevole pregio sono il pavimento maiolicato con angeli, putti e fiori e, in tondo, S. Luca, il pulpito ligneo con pitture raffiguranti S. Pietro e S. Paolo, la balaustra, l’altare maggiore, l’altare del Rosario e diverse opere statuarie di ottima fattura e in perfetto stato di conservazione.
Il campanile a tre piani, posto alla destra della chiesa, sembra vigilare sull’intero borgo.

 

top

 

 

Duomo - San Andrea with the elaborate bell tower

Amalfi
Il Duomo di Amalfi fu eretto al tempo delle Repubbliche marinare, alla fine del X secolo, allorché la diocesi amalfitana venne elevata a dignità metropolitana, per volontà del doge Mansone III. Insieme con la vecchia Cattedrale, accanto alla quale è costruita, la nuova costituisce un unico complesso architettonico.  A sua volta l’antica Cattedrale (oggi denominata Basilica del Crocifisso) è stata edificata sulle vestigia di un tempio preesistente.

Il Duomo fu più volte rimaneggiato: nel XIII secolo fu rifatto in forme arabo normanne, fu modificato nei secoli XVI e XVII, infine fu completamente ristrutturato nel XVIII secolo.

Il Duomo è dedicato a Sant’Andrea che, a Patrasso nel 64, subì il martirio della crocifissione. Patrasso custodì le sue spoglie sino al 357, anno in cui l’imperatore Costanzo le volle a Costantinopoli. Nel 1204 fu indetta la IV Crociata e il cardinale Pietro Capuano, che seguiva papa Innocenzo III in qualità di legato, accarezzò l’idea di fare dono alla sua città delle Reliquie dell’apostolo Andrea, custodite nella basilica costantiniana dei Santi Apostoli.

 

Con l’aiuto di coloni amalfitani e dei loro sacerdoti che conoscevano bene il luogo, riuscì a impossessarsi delle reliquie che fece arrivare ad Amalfi nel 1206, al suo rientro in Italia. Il cardinale, mantenendo il più assoluto riserbo sulle sue intenzioni, provvide a far costruire a sue spese il transetto del Duomo e la cripta sottostante, e l’8 maggio del 1208, a lavori ultimati, consegnò alla Chiesa amalfitana le Reliquie del Santo.

 

 San Andrea sopra le porte di ingresso

Le porte bronzee

 

La basilica del Crocifisso liberata dalle sovrastrutture barocche, è oggi ad una sola navata con volta a botte, ed è sede del Museo Diocesano.  La facciata, rifatta dopo il crollo del 1861 da Enrico Alvino, rievoca motivi ornamentali di derivazione bizantina, araba e normanna. Nel timpano triangolare un mosaico di Domenico Morelli raffigura la scena dell’Apocalisse con Cristo in trono tra i simboli degli Evangelisti e le podestà terrene. Sotto il timpano sono raffigurati i 12 Apostoli.


A sinistra della facciata del Duomo si eleva il bel campanile, realizzato tra il XII e il XIII sec., con bifore decorate da tufo giallo e tufo grigio sormontate da archi intrecciati sorretti da colonne con motivi stellari e floreali che ricordano lo stile arabo. La cella campanaria, con corpo centrale cilindrico e quattro piccole torri con tre monofore, è coperta con tegole maiolicate in giallo e verde.

 

Di notevole valore le porte bronzee a sbalzi d’argento, fuse a Costantinopoli nel 1066 da Simone di Siria, divise in 24 quadri recanti al centro 4 finissime figure di gusto bizantine: Cristo, la Madonna, S. Andrea e S. Pietro.

 

 

 Some of the interesting treasures found in the cathedral museum

 Crypt  with St Andrew in the center altar


Particolarmente importante è la Cripta a due navate separate da sei pilastri con volta a crociera fatta costruire tra il 1206 e 1208 dal cardinale Pietro Capuano.
La cripta, con gli affreschi di Vincenzo De Pino, l’altare di Domenico Fontana, con la statua bronzea di S. Andrea di Michelangelo Naccarino, le statue marmoree di S. Lorenzo e S. Stefano di Pietro Bernini e le vetrate settecentesche, fu decorata nei primi anni del secolo XVII contemporaneamente alla cattedrale di Salerno, per volontà di Filippo III di Spagna che volle così onorare gli apostoli Andrea e Matteo

Dall’atrio del Duomo di Amalfi si accede all’incantevole Chiostro del Paradiso, fatto costruire dal vescovo Filippo Augustariccio tra il 1266 ed il 1268 per essere adibito a sepolcreto delle notabili famiglie di Amalfi; infatti nel Medioevo col termine “paradiso” si identificava il camposanto che spesso era collegato ad una chiesa e contornato da un porticato.  Qui appare chiara l’influenza che il mondo arabo ha avuto su Amalfi, per l’eleganza tutta orientale delle bianche e sottili colonne, i cui archi acuti sono così simili a quelli riscontrabili negli atri dei palazzi del Medio Oriente.
 

Campanile - realizzato tra il XII e il XIII sec

Chiostro del Paradiso

.
La suggestione dell’ambiente è accentuata dalla vegetazione e dai numerosi frammenti scultorei di età diverse che ne fanno un autentico museo all’aperto; nelle gallerie si possono ammirare importanti testimonianze di epoca romana e medioevale: due antiche colonne reggenti aquile, il sarcofago del decurione P. Ottavio Rufo, due sarcofagi romani raffiguranti l’uno le nozze di Peleo e Teti, l’altro il ratto di Proserpina, un sarcofago trecentesco e frammenti dell’antica facciata del Duomo.
 

top

 

 

  Duomo di Ravello


Il duomo di Ravello, un tempo dedicato all’Assunta e, successivamente, a S. Panteleone martire, è un monumento di particolare splendore che sorge nella piazza del Vescovado, situata nel punto più alto della cittadina.


La chiesa, il cui rilievo fu eseguito dallo Schulz e dallo Schiavo, fu probabilmente realizzata dal Vescovo Orso Papicio, monaco benedettino intorno al 1086-1087.  L’edificio ha subito, però, nel corso dei secoli, soprattutto nel XVII, notevoli rimaneggiamenti che ne hanno in gran parte alterato lo spirito, pur lasciandone sostanzialmente intatta la struttura.  È il caso del porticato che precedeva la chiesa formando un grande atrio: di esso rimangono soltanto quattro colonne essendo il resto crollato a causa di un forte terremoto.


Particolarmente belli ed interessanti sono il campanile duecentesco e le porte bronzee; queste ultime, divise in sette settori nei quali sono rappresentate scene della Passione di Cristo, sono attribuite a Barisano da Trani (al quale si devono anche quelle della cattedrale di Trani e di Monreale) e furono fatte costruire nel 1179 su commissione di Sergio Muschetola e di sua moglie Sicligaude.

 

top
 

 

 

  San Stefano


Ex Cattedrale di San Stefano -
Capri
Costruita nel 1685-97, sulle rovine di un precedente edificio, su progetto di Francesco Antonio Picchiatti. Nell'interno sono notevoli alcuni pavimenti policromi a tarsie marmoree (quello dell'altare maggiore proviene da villa Jovis).

 

 

  San Michele  - pavimento in maiolica

 

Anacapri - La chiesa di San Michele Arcangelo si trova ad Anacapri in Piazza San Nicola. Fu costruita a cavallo tra il Seicento ed il Settecento insieme al complesso delle Teresiane di cui faceva parte.  È a pianta ottagonale a croce greca.  La chiesa di San Michele Arcangelo ha un bellissimo pavimento in maiolica dipinta.  Realizzato su un disegno attribuito al Solimene, eseguito dal maestro Chiaiese, rappresenta Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre, con paesaggi surreali, animali fantasiosi e mitologici, come il bellissimo unicorno. Di notevole importanza sono anche gli altari laterali con dipinti di Nicola Malinconico, di De Matteis e di del Po.

 

  Santa Sofia


Anacapri - La Chiesa di Santa Sofia fu eretta nel 1510 e si sostituì alla precedente parrocchia di S. Maria di Costantinopoli.  Sorge nell'attuale centro di Anacapri dove la popolazione cominciò ad insediarsi in seguito alla sua costruzione.  La sagrestia e l'oratorio sono ricavati dalla struttura della precedente Chiesa di San Carlo, l'interno e coperto da una volta a botte e le due cappelle laterali sono state aggiunte alla fine del Seicento. Nel Settecento furono completati i due campanili e il presbiterio nel 1878.
 

top

 

 

 

 

  Santuario della Beata Vergine del Rosario - Pompei

  Un magnifico soffito   -  una bella cupola

 

Il Santuario della Beata Vergine del Rosario - Pompei

Il Santuario è stato costruito in tempi diversi. L’originario, a croce latina con una sola navata, fu eretto tra il 1876 e il 1891, su progetto del professor Antonio Cua dell’Università di Napoli, e misurava 420 mq. Per accogliere i numerosissimi fedeli, tra il 1934 e il 1939, il Santuario è stato ampliato, passando da una a tre navate, mantenendo la struttura a croce latina. Il progetto fu ideato dall’architetto e sacerdote Monsignor Spirito Maria Chiapetta, che ne diresse anche i lavori. Le due navate minori, che hanno tre altari per ogni lato, si prolungano sin dietro l’abside in un ambulacro arricchito da quattro cappelline semicircolari. L’insieme delle costruzioni è armonizzato da strutture contrastanti, in perfetto equilibrio di masse, studiato in modo da non subire effetti di spostamento per qualsiasi causa. L’interno, di 2.000 mq, può accogliere circa 6.000 persone. La cubatura totale è di 40.000 metri.

 

 Il campanile

Pianta croce latina con una navata

 

Il Campanile, opera dell’architetto e Servo di Dio Aristide Leonori, costruito tra il 1912 e il 1925, richiama il modello tradizionale delle torri campanarie.  Il Leonori, coadiuvato dal fratello Pio, fu anche direttore dei lavori, disegnatore delle campane, dei portali e degli angeli. All’esterno è di granito grigio con elementi di marmo bianco; è realizzato in stile corinzio e composito, con cinque ordini architettonici rastremati dal basso verso l’alto, raccordati da colonne lucidate a specchio.

 

All’interno, di mattoni pressati, un’armatura metallica a castello sostiene una scala di ferro di 360 scalini su 36 rampe.  La porta frontale è di bronzo, reca in altorilievo la scena dell’apparizione del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque.  Sui piedistalli del terzo ordine, si stagliano quattro angeli trombettieri in bronzo.  Nel quarto ordine, in una nicchia, è posta una statua in marmo di Carrara del Sacro Cuore di Gesù, alta 6 m. Le scritte: “VENITE A ME OMNES” e “CORDI JESU SACRUM” “ANNO IUBILAEI MCMXXV”, come le quattro fiamme agli angoli sono di bronzo dorato a fuoco. I1 monumento è coronato da una cupola, sormontata da una croce gemmata in rame e bronzo, alta 6 m, benedetta da Pio XI, prima del trasporto a Pompei.

 

Nel Campanile, di 80 m d’altezza, trovano posto 8 campane. A seguito dei danni subiti a causa del terremoto del 1980, furono eseguiti alcuni lavori di restauro e di consolidamento, dal 1986 al 1988. Dalla porticina posteriore del campanile si sale al belvedere con l’ascensore, da dove è possibile ammirare il panorama circostante.

 

 

 

  Artan Ramaj - Mobile: +39-32895 49342   Home: +39-055 576283  e-mail: info@privatetourdriveritaly.com