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Questo spiega perché nell’atrio all’ingresso della Basilica si trovano
due costole di balena, che assieme ai numerosi ex-voto, soprattutto dei marinai sopravvissuti a brutte avventure in mare, sono la testimonianza della fede e della fiducia che i sorrentini ripongono nel loro
Santo Patrono. Intorno al XI sec, l’oratorio gia dedicato a S. Antonino ed in cui erano conservate le sue spoglie, fu sostituito da una chiesa. Amministrata prima dalla
Confraternita dei Battenti e poi dai Padri Teatini fu da questi strutturalmente modificata per renderla conforme ai canoni della Controriforma, furono loro infatti che delinearono la facciata con portico e campanile. Nonostante altri piccoli ritocchi, tra ‘700 e ‘800, la chiesa non ha subito altre sostanziali modifiche. La pianta è a croce latina, divisa in tre navate; al suo interno oltre ad interessanti reperti costituiti dagli elementi di spoglio di antiche ville romane, ci sono importanti testimonianze artistiche come le tele di
Giacomo del Po in cui sono raffigurati due avvenimenti tragici della storia di Sorrento: l’assedio del 1648 e la peste del 1656. Nella sacrestia della chiesa è invece conservato uno splendido Presepe del ‘700 della
scuola napoletana di Sammartino. In una cripta, realizzata sotto l’altare maggiore, sono custodite le reliquie di S. Antonino ed un antico crocefisso ligneo che i sorrentini erano soliti portare in processione in caso di gravi calamità per invocare la protezione del loro
Santo Patrono.
Duomo di Sorrento
Uno degli interventi più recenti è il rifacimento della facciata, la cui copertura in paramento marmoreo, fu realizzata nel 1924 per rimediare ai danni subiti dall’edificio durante un ciclone all’inizio del ‘900. La pianta dell’edificio è a croce latina , l’interno è suddiviso in tre navate, i soffitti del transetto e della navata maggiore sono ricoperti con tele di diversi artisti della tradizione pittorica napoletana, mentre il soffitto delle due navate laterali è caratterizzato da cupole ribassate.
Nel duomo sono conservati
inoltre altri elementi rappresentativi della tradizione artistio-religiosa
di Sorrento, quali un pulpito ed un trono arcivescovile del’500 entrambi
realizzati interamente in marmo, un organo del 900 ed un coro ligneo
realizzato da artisti locali. Al duomo è inoltre legata anche la
storia di uno dei personaggi più importanti della storia sorrentina, in
quanto proprio in questa chiesa fu battezzato Torquato Tasso.
C'è un angolo di Sorrento
che merita l'interesse e l'accorta partecipazione di quanti hanno a cuore
i valori dell'arte, della storia, della cultura: è il piccolo, ma
delizioso e ricco di cose d'arte, Museo Correale di Terranova. Passeggiando nelle sale di questa splendida dimora, decorata come un'antica residenza nobiliare, con mobili preziosi, raffinate porcellane europee ed orientali e rari dipinti napoletani e stranieri, si può ancora cogliere quella straordinaria atmosfera fatta di luci, colori e profumi per cui un tempo Sorrento andò famosa.
Sedil Dominova – Piazzetta Sedil Dominova, Via San
Cesareo, Sorrento
La cupola
seicentesca è formata da embrici maiolicati di colore giallo e verde,
secondo il gusto espresso nelle cupole delle chiese. |
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Church
of the Addolorata -
Costruito per
volontà dei patrizi sorrentini, l’ edificio fu considerato a lungo come la
chiesa dei nobili di Sorrento. Pur trovandosi nel cuore della città,
quella dedicata alla Madonna Addolora è una delle più
giovani chiese di Sorrento perché inaugurata nel 1739.
Pur trovandosi nel pieno
centro storico della città – lungo Via San Cesareo, a pochi passi dal
Sedil Dominova di Sorrento – essa è una delle più “giovani”
chiese di Sorrento. La sua inaugurazione, infatti, risale al 1739.
Al suo interno, sull’ altare
maggiore, è possibile ammirare una statua della Madonna Addolorata (anch’
essa di epoca settecentesca). Per “arredarla” i nobili decisero di
rivolgersi ad uno dei più famosi pittori del tempo: Carlo Amalfi,
proprio a lui, infatti, pur essendo nato in Penisola Sorrentina, fu
particolarmente apprezzato a Napoli che – a quel tempo – era la capitale
del Regno delle due Sicilie. Tra i suoi lavori, infatti,
figurano anche quelli che abbellirono la Sala del Gran Consiglio del
Tribunale all’ interno di Castel Capuano oltre che
un ciclo di affreschi in cui sono ritratti il Re Carlo di Borbone
a cavallo ed i primi Legislatori del Regno.
Convento di San
Francesco - La chiesa, il monastero ed il famosissimo chiostro
costituiscono il complesso conventuale di San Francesco d'Assisi.
Essa sembra quasi accogliere e indicare al turista lo splendido chiostro del Trecento, adiacente il monastero fondato nel VII secolo e tuttora abitato dai frati francescani. La struttura presenta una ricca varietà di ordini architettonici fusi insieme fino a dare vita ad un’opera unica, cornice ideale di mostre, manifestazioni, concerti ed eventi.
Positano
- A storia della Chiesa di Santa Maria Assunta è legata a
quella del monastero benedettino di Santa Maria, che secondo
tradizione una non documentata sarebbe stato eretto in occasione
dell'arrivo a Positano dell'icona bizantina della Madonna,
ancor oggi venerata nella nostra Chiesa. Più verosimilmente, invece
l'abbazia fu fondata nella seconda metà del secolo X; il primo cenno
documentale di essa lo ritroviamo in un manoscritto della fine del Esc.
XI, con il quale il duca Mansone del Monastero Sergio di Sorrento
concedeva all'abate di Santa Maria di Positano la libera
navigazione nelle acque del suo ducato.
La Chiesa così come oggi si presenta al visitatore, salvo alcuni interventi particolari attuati per adeguare il tempio alle indicazioni della riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II, risale ai lavori compiuti tra il 1777 e il 1782. L'interno è diviso in tre navate con cinque archi ai quali corrispondono, lungo le navate laterali, altrettante cappelle per ciascun lato. Procedendo dall'ingresso verso l'altare maggiore, si susseguono a destra le cappelle di San Biagio, Immacolata, Sant'Antonio e Sant'Anna; all'estremità destra vi è l'altare della Circoncisione con un bel dipinto opera di Fabrizio Santafede datato 1599.
Praiano's ancient name (Pelagium) means "open sea", infact in this fishermen town the view on the sea and on Positano and its surroundings is spectacular. This town started developing in the XII century and then specialized in production of the "filo torto", linnen, coral and anchevies. Praiano is surely one of the most genuine corners of the Amalfi Coast, away from the most touristy areas and rich with history, culture, views and comforts.
The main two churches were built after Lepanto battle at the end of the 16th century:
Chiesa di san Luca, L’interno, restaurato nel 1772, è a tre navate
separate da pilastri che reggono archi a tutto sesto. La
navata centrale è coperta da volte a botte mentre le laterali, su cui si
aprono sei cappelle per lato, da volte a crociera in stucco. Unico
esempio in costiera, la sua cupola poggia direttamente sull’abside.
Al suo interno sono
conservati: il busto argenteo di S. Luca del 1694; una
reliquia del Santo; una Madonna con Bambino e i Santi
Luca e Francesco di Paola su tela di Giovanni
Bernardo Lama; tele raffiguranti la Madonna del Carmine, la
Circoncisione e la Madonna del Rosario.
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Amalfi
Con l’aiuto di coloni amalfitani e dei loro sacerdoti che conoscevano bene il luogo, riuscì a impossessarsi delle reliquie che fece arrivare ad Amalfi nel 1206, al suo rientro in Italia. Il cardinale, mantenendo il più assoluto riserbo sulle sue intenzioni, provvide a far costruire a sue spese il transetto del Duomo e la cripta sottostante, e l’8 maggio del 1208, a lavori ultimati, consegnò alla Chiesa amalfitana le Reliquie del Santo.
La basilica del Crocifisso liberata dalle sovrastrutture barocche, è oggi ad una sola navata con volta a botte, ed è sede del Museo Diocesano. La facciata, rifatta dopo il crollo del 1861 da Enrico Alvino, rievoca motivi ornamentali di derivazione bizantina, araba e normanna. Nel timpano triangolare un mosaico di Domenico Morelli raffigura la scena dell’Apocalisse con Cristo in trono tra i simboli degli Evangelisti e le podestà terrene. Sotto il timpano sono raffigurati i 12 Apostoli.
Di notevole valore le porte bronzee a sbalzi d’argento, fuse a Costantinopoli nel 1066 da Simone di Siria, divise in 24 quadri recanti al centro 4 finissime figure di gusto bizantine: Cristo, la Madonna, S. Andrea e S. Pietro.
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Anacapri - La chiesa di San Michele Arcangelo si trova ad Anacapri in Piazza San Nicola. Fu costruita a cavallo tra il Seicento ed il Settecento insieme al complesso delle Teresiane di cui faceva parte. È a pianta ottagonale a croce greca. La chiesa di San Michele Arcangelo ha un bellissimo pavimento in maiolica dipinta. Realizzato su un disegno attribuito al Solimene, eseguito dal maestro Chiaiese, rappresenta Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre, con paesaggi surreali, animali fantasiosi e mitologici, come il bellissimo unicorno. Di notevole importanza sono anche gli altari laterali con dipinti di Nicola Malinconico, di De Matteis e di del Po.
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Il Santuario della Beata Vergine del Rosario - Pompei Il Santuario è stato costruito in tempi diversi. L’originario, a croce latina con una sola navata, fu eretto tra il 1876 e il 1891, su progetto del professor Antonio Cua dell’Università di Napoli, e misurava 420 mq. Per accogliere i numerosissimi fedeli, tra il 1934 e il 1939, il Santuario è stato ampliato, passando da una a tre navate, mantenendo la struttura a croce latina. Il progetto fu ideato dall’architetto e sacerdote Monsignor Spirito Maria Chiapetta, che ne diresse anche i lavori. Le due navate minori, che hanno tre altari per ogni lato, si prolungano sin dietro l’abside in un ambulacro arricchito da quattro cappelline semicircolari. L’insieme delle costruzioni è armonizzato da strutture contrastanti, in perfetto equilibrio di masse, studiato in modo da non subire effetti di spostamento per qualsiasi causa. L’interno, di 2.000 mq, può accogliere circa 6.000 persone. La cubatura totale è di 40.000 metri.
Il Campanile, opera dell’architetto e Servo di Dio Aristide Leonori, costruito tra il 1912 e il 1925, richiama il modello tradizionale delle torri campanarie. Il Leonori, coadiuvato dal fratello Pio, fu anche direttore dei lavori, disegnatore delle campane, dei portali e degli angeli. All’esterno è di granito grigio con elementi di marmo bianco; è realizzato in stile corinzio e composito, con cinque ordini architettonici rastremati dal basso verso l’alto, raccordati da colonne lucidate a specchio.
All’interno, di mattoni pressati, un’armatura metallica a castello sostiene una scala di ferro di 360 scalini su 36 rampe. La porta frontale è di bronzo, reca in altorilievo la scena dell’apparizione del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque. Sui piedistalli del terzo ordine, si stagliano quattro angeli trombettieri in bronzo. Nel quarto ordine, in una nicchia, è posta una statua in marmo di Carrara del Sacro Cuore di Gesù, alta 6 m. Le scritte: “VENITE A ME OMNES” e “CORDI JESU SACRUM” “ANNO IUBILAEI MCMXXV”, come le quattro fiamme agli angoli sono di bronzo dorato a fuoco. I1 monumento è coronato da una cupola, sormontata da una croce gemmata in rame e bronzo, alta 6 m, benedetta da Pio XI, prima del trasporto a Pompei.
Nel Campanile, di 80 m d’altezza, trovano posto 8 campane. A seguito dei danni subiti a causa del terremoto del 1980, furono eseguiti alcuni lavori di restauro e di consolidamento, dal 1986 al 1988. Dalla porticina posteriore del campanile si sale al belvedere con l’ascensore, da dove è possibile ammirare il panorama circostante.
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