Dove ora vi è il Duomo prima sorgevano l'antichissima cattedrale di
Santa Maria Maggiore e la Basilica di Santa
Tecla, la più grande tra le due. Il Duomo fu costruito per volere dell'arcivescovo
Antonio da Saluzzo e del signore di Milano Gian Galeazzo
Visconti. Nel 1418 fu consacrato l'altare maggiore, da papa Martino
V.
Nel 1400 a Filippino degli Organi e Giorgio degli Organi successero
Marco Solari e Giovanni Solari da Carona, nel XV secolo
Giovanni Antonio Amadeo costruttore del tiburio, Gian Giacomo Dolcebuono
ed Pellegrino Tibaldi finché nel 1572 San Carlo Borromeo consacrò la chiesa anche se la costruzione non era ancora terminata.
Nel XV secolo si avvicendarono Martino Bassi, Francesco Maria Richino, Lelio Buzzi
e Carlo Buzzi, i Quadrio. Nel XVIII secolo fu costruita la guglia maggiore sulla quale fu innalzata la Madonnina dorata.
Nel 1813 la facciata venne completata, quasi cinquecento anni dopo la posa della prima pietra, su istanza di
Napoleone, che qui volle essere incoronato re d'Italia.
Per tutto il XIX secolo furono completate le guglie, tutte le decorazioni architettoniche ed installato il portone centrale in bronzo, autore
Ludovico Pogliaghi: fra gli scultori che vi lavorarono nei primi anni dell'Ottocento, si può ricordare
Luigi Acquisti.
Nel corso della seconda guerra mondiale la Madonnina venne coperta da stracci, onde evitare che i riflessi di luce sulla sua superficie dorata potessero venire usati come punto di riferimento per i bombardieri alleati in volo sulla città, mentre le vetrate furono preventivamente rimosse e sostituite da rotoli di tela.
Nel secondo dopoguerra, a seguito dei danni subiti dai bombardamenti aerei, il
Duomo fu restaurato in gran parte e le restanti porte di legno furono sostituite con altre di bronzo ad opera degli scultori
Arrigo Minerbi, Giannino Castiglioni e Luciano Minguzzi.
La manutenzione della cattedrale è affidata alla Veneranda fabbrica del Duomo i cui interventi sono continui tanto da far nascere il detto milanese di
"Fabrica del Domm" per tutti quei lavori che non hanno mai termine.
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4th-century
octagonal Baptistery of Milano |
Baptismal
font in which St. Augustine
may have
been baptized |
Sotto il Duomo i resti del Battistero di
San Giovanni alle Fonti, dove avvenne la storica cerimonia durante i riti pasquali del 387.
Ambrogio salì sul pulpito. Tra la folla assiepata in chiesa scese il silenzio. A quel tempo solo il vescovo poteva predicare ai fedeli e le prediche di Ambrogio erano un momento atteso da tutti. Ambrogio guardò le persone, ognuno immaginò che quello sguardo che vagava da un volto all’altro avesse guardato proprio lui, che le parole che presto avrebbe ascoltato sarebbero state rivolte a lui in particolare. E nel silenzio ammutolito tra le mura di pietra si levò alta la voce di Ambrogio. Le parole del
vescovo di Milano si riferivano sempre alle Sacre Scritture. I milanesi non erano abituati a sentire interpretare così le parole della Bibbia. E per Ambrogio era questo un punto di forza.
Il percorso di Agostino accanto ad Ambrogio terminò durante i riti pasquali del 387 in cui il futuro patrono di Milano battezzò in
Santa Tecla il futuro Padre e Dottore della Chiesa.
Ancora oggi in Duomo (nei sotterranei, accanto all’ingresso) tra i resti di Santa Tecla si trovano i resti del
Battistero di San Giovanni alle Fonti dove avvenne quel mirabile battesimo. Agostino nel frattempo fu raggiunto a Milano dalla madre Monica (destinata anche lei alla santità), fervente cristiana al settimo cielo per la conversione del figlio.
Con lei partì per Ostia e poi rientrò in patria dove fondò il primo
monastero agostiniano. Come Ambrogio fu acclamato
vescovo di Ipponia, dove morì nel 430 divenuto una delle figure chiave del cristianesimo.
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West
facade from the great atrium - Basilica Sant'Ambrogio |
:16th-century
Byzantine reliefs in the atrium |
Edificata tra il 379 e il 386 per volere del vescovo di Milano Ambrogio, fu costruita in una zona in cui erano stati sepolti i cristiani martirizzati dalle persecuzioni romane.
Per questo venne dedicata ai martiri ed era chiamata Basilica
Martyrum: lo stesso Ambrogio voleva riporvi tutte
le reliquie dei santi martiri Satiro, Vittore, Nabore, Vitale, Felice, Valeria, Gervasio
e Protasio. Sant'Ambrogio stesso vi venne sepolto e da allora cambiò nome, assumendo quello attuale.
Nel IX secolo, subì importanti ristrutturazioni volute dal vescovo
Angilberto II (824-860), il quale fece aggiungere la grande abside, preceduta da un ambiente sovrastato da volta a botte, sotto il quale si svolgevano le funzioni liturgiche.
Nello stesso periodo, il catino dell'abside venne decorato da un grande mosaico ancora esistente,
il Redentore in trono tra i martiri Protasio e Gervasio e con gli arcangeli Michele e Gabriele, corredato da due episodi della vita di Sant'Ambrogio.
Il quadriportico e la facciataAl ciborio, di epoca paleocristiana, vennero aggiunti quattro fastigi con timpano, decorati con stucchi nel X secolo ed ancora eccellentemente conservati. Sotto il ciborio venne collocato l'Altare di Sant'Ambrogio, capolavoro dell'oreficeria carolingia, in oro, argento, dorato, pietre preziose e smalti, quale vistoso segnale della presenza delle reliquie dei santi, collocate al di sotto dell'altare stesso e visibili da una finestrella sul lato posteriore.
La basilica ha preso il definitivo aspetto tra il 1088 e il 1099, quando, sulla spinta del vescovo Anselmo, venne radicalmente ricostruita secondo schemi dell'architettura romanica. Venne mantenuto l'impianto a tre navate (senza transetto) e tre absidi corrispondenti, oltre al quadriportico, anche se ormai non serviva più a ospitare i catecumeni, ma come luogo di riunione.
Il tiburio fu aggiunto verso la fine del XII secolo ma crollò ben presto (1196): venne subito ricostruito, con la particolare conformazione esterna caratterizzata da gallerie con archetti su due registri sovrapposti.
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Central nave
- Sant'Ambrogio |
12th-C
ambo with 4th-C sarcophagus |
Sarcofago di
Stilicone (4th cent.) Nella navata centrale è posto il
sarcofago di Stilicone, un capolavoro di scultura del IV secolo, denso di rappresentazioni biblico-teologiche.
Sul sarcofago poggia il pulpito romanico ricomposto nel 1201.
Risale, invece, all'epoca rinascimentale lo splendido coro ligneo, originariamente composto da 26 stalli a baldacchino (di cui uno cuspidato riservato all'abate) decorati con figure arboree, angeli e scene della vita di
sant'Ambrogio.
Cripta di Sant'Ambrogio
La visita agli interni termina idealmente nella grande cripta costruita nella seconda metà del X secolo, durante i rifacimenti che interessarono soprattutto la zona absidale.
Qui riposano ancora oggi le spoglie dei santi Gervasio e
Protasio e dello stesso sant'Ambrogio.
La cripta fu costruita nel 10 sec. come parte del maggiore
rinnovazione della basillica orienatale.
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Piedi di San
Gervaso o Protasio, 3 sec.,
martiro
sepolito con Ambrogio |
Scheletro
di Sant'Ambrogio- display in the crypt |
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